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venerdì 28 novembre 2014

Come vincere la paura degli altri

Viviamo in un mondo popolato da miliardi di persone, più passa il tempo e più esseri umani ci sono, maggiore è il senso di impotenza del singolo individuo, che vede il mondo da tutto suo come lo era in principio, frazionarsi in "proprietà", fazzoletti di terra, lotte intestine, guerre tra umani figli della stessa Terra. Come non avere paura degli altri? In questa giungla, in questo arrivismo, solitamente tutti abbiamo paura, più o meno, e tutte queste paure possono essere ricondotte a alla paura di morire, il timore più grande, o più semplicemente, questa forza oscura: "la paura".


Panico e ansia sociale






Un tipico giorno di preoccupazioni ed ansia


Prendiamo ad esempio una giornata tipo di un italiano medio, senza andare ad indagare su livello di istruzione, condizionamenti vari, classe sociale ecc. Si tratta solo di renderci conto quante volte abbiamo questo timore, spesso irrazionale.

"Suona la sveglia, sono in ansia, perbacco, è già tardi non ce la faccio ad alzarmi, arriverò in ritardo al lavoro! Devo prendere l'autobus, sono di fretta, non voglio certo perderlo! 
Una volta che sono sul posto di lavoro, è ovvio, ho paura del mio capo perciò gli dò retta senza fiatare: non posso certo permettermi di farmi licenziare e poi vivere nel terrore di non avere un'entrata fissa. Temo anche i colleghi, sospetto che vogliano farmi fuori in qualche maniera, farmi passare male agli occhi di chi decide qua dentro..."

E potremmo andare avanti per molto con questa storia. Che ognuno si ritrovi (o non) in questa piccola storiella esemplificativa, spero capisca il senso che ho voluto dare; ovvero, che spesso purtroppo, la paura è parte integrante delle nostre ore, delle nostre vite, frequentemente senza che neanche riusciamo ad accorgercene, diventa normalità.


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La paura degli altri


In principio, quando non esisteva la televisione, quando non c'erano le macchine, nei tempi in cui anche spostarsi da un villaggio a un altro era un problema, o addirittura, all'epoca in cui finanche i paesini, gli accampamenti ancora non si erano visti... quindi molto molto tempo fa, incontrare un altro essere umano, per il singolo individuo, non era poi un avvenimento così frequente. Non è facile immedesimarsi in questa situazione, per noi che viviamo in una società e in una paese oltretutto ad alto livello di densità di popolazione. Senza dimenticarci, come dicevamo all'inizio dell'articolo, che questo pianeta è ben più saturo di uomini e donne rispetto a qualche secolo o millennio fa (vedi Popolazione Mondiale).
fobia sociale
Come vincere la fobia?
Ma cosa succedeva quando due persone incrociavano il loro cammino? Possiamo solo immaginarlo, ma ci potrebbe venire naturale pensare che fosse un incontro simile a quello di due animali della stessa specie. Quindi che poteva finire con un morto, o con una fuga, o finanche con una specie di socializzazione. 

Ma torniamo per un attimo nella nostra epoca, e focalizziamoci su tutte le situazioni in cui abbiamo timore degli altri:
  • paura di essere derubati dai beni materiali  
  • terrore di essere aggrediti fisicamente, violentati, o addirittura uccisi
  • paura di perdere i propri cari per causa altrui
  • paura di essere feriti a livello psicologico-emotivo dagli altri

 

La fiducia persa


Uno dei comuni denominatori dei motivi che abbiamo visto poc'anzi, è senza ombra di dubbio la mancanza di fiducia negli altri. Comunemente, ogni singolo individuo si fida fino in fondo solo di sé stesso (a volte nemmeno). O più precisamente, di sé stesso e delle pochissime persone a lui/lei strettamente vicine come il partner, i migliori amici, e così via. Stiamo parlando, difatti, di fiducia al 100%, di mettere la vita nelle mani di qualcun altro. Provate per curiosità a stilare una lista delle persone in cui riponete così tanto affidamento, non sarà strano se l'elenco non supera le poche righe. 

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Chi ci è così vicino, così legato, probabilmente gode della nostra fede in quanto, e non credo di esagerare affermando ciò, è parte di noi, è parte integrante del proprio io.
Mentre un estraneo, un conoscente, viene captato come "sostanza separata" dal proprio ego, perciò si ha paura in qualche maniera di aprire sé stessi a ciò che non si conosce.
Immaginate come se divideste una mela in due parti, una che rappresenta voi stessi e tutto il cerchio di fiducia, una che significa "l'altro", tutto il resto. E la seconda parte, di solito, è la più grossa, e allora, se non se ne ha fiducia, è temuta in qualche modo, e ciò genera insicurezza poiché ci circonda quasi sempre, eccettuati pochi momenti in cui ci sentiamo "nel nostro".

Dare più fiducia (il che non significa eccedere nella più totale ingenuità) è perciò una prima decisione utile per affrontare la paura del diverso da sé.


Non aver l'angoscia della morte e di perdere il proprio ego


Non so se, leggendo i paragrafi precedenti, a qualcuno può esser già balenata in testa una motivazione come la paura di morire. Ma c'entra eccome. Perdere sé stessi, i propri affetti, le proprie cose, non vuol dire in qualche modo scomparire, andarsene?
E il non fidarsi, sommato al più grande dei timori, produce la consueta diffidenza, almeno nella maggior parte dei casi.
Parleremo più nel dettaglio di questo argomento in un futuro post, è essenziale secondo me in ogni campo della nostra vita conoscerlo più a fondo, spesso lo si evita come un tabu, ma non è questa la maturità con cui si deve superare una questione così importante.
Per il momento ci è sufficiente comprendere quanto questa ansia di venire a mancare influenzi le nostre relazioni con gli altri, la chiusura verso il mondo esterno.
Sforziamoci di mostrare più coraggio, tranquillizziamoci e apriamoci verso tutto il resto.
Talvolta, è proprio nelle sfere a noi sconosciute che si nasconde quello che inconsapevolmente cerchiamo.


Conclusioni


In definitiva, come non avere paura degli altri?
Abbiamo visto le principali cause scatenanti, oltre ad alcuni importantissimi accorgimenti da mettere in atto per reagire positivamente e cancellare i cattivi sentimenti dalla nostra mente.
In aggiunta, proviamo a riflettere ed immedesimarci proprio nell'altro: non è altamente probabile che senta le nostre identiche sensazioni verso il mondo esterno? Che provi ansia e timori proprio come noi? 
Tutto questo dovrebbe rassicurarci, in fondo, siamo tutti sulla stessa barca, ignorando dove si trova il molo di partenza e di arrivo, in balia delle onde.
Che si possa navigare cooperando ed unendo le nostre forze!
 

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